IPSC Story

Azione e avventura in 4 lettere

I primissimi pionieri, su tutti il tenente colonnello dei marine statunitensi John Dean “Jeff” Cooper (10/05/1920-25/09/2006) e i suoi uomini Jack Weaver, Ray Chapman, Thell Reed, Eldon Carl, John Plahn e Bruce Nelson, non avrebbero mai creduto che il loro metodo di “tiro pratico”, sviluppato e diffusosi in un piccolo gruppo di commilitoni negli Stati Uniti, avrebbe conquistato il mondo e sarebbe stato praticato a livello organizzato da oltre 200.000 tiratori attivi da 108 Paesi, dall’Andorra allo Zimbabwe.

La nascita del tiro pratico con pistola

Ma andiamo con ordine: dopo aver combattuto nella seconda guerra mondiale e in Corea, il tenente colonnello Jeff Cooper, insieme all’amico e ufficiale di marina Howie Taft, gettò a Quantico (Virginia) le basi per lo sviluppo del tiro pratico. Una volta conclusa la carriera militare, Cooper studiò e insegnò storia a Bear Valley (California), e proprio nella cittadina statunitense organizzò nel 1957 le prime competizioni ora considerate la nascita del tiro pratico. In questi primi match i partecipanti usavano ancora prevalentemente la rivoltella Colt Single Action Army del 1873 e c’erano i classici esercizi di sfodero rapido uomo-contro-uomo nonché di tiro istintivo dal fianco. Tra i partecipanti della prima ora c’era anche un giovane vice-sceriffo della Contea di Los Angeles di nome Jack Weaver, che rimase colpito dall’elevata percentuale di colpi mancati con le armi di grosso calibro nel tiro a una mano da distanze relativamente brevi. Si mise così alla ricerca di una soluzione per colpire il più rapidamente possibile con il massimo controllo del rinculo e del rilevamento anche da distanze più lunghe. Il risultato delle sue riflessioni fu un tiro a due mani mirando dall’altezza degli occhi con braccio forte allungato e braccio di sostegno piegato, che passò alla storia con il nome di “posizione Weaver”. Una tecnica che già da tempo non è più allo stato dell’arte. Oggi, infatti, gran parte dei tiratori IPSC di prima fascia utilizza la “posizione Isoscele”: un tiro a due mani in forma pura (con tronco e asse delle spalle a formare un triangolo isoscele) o con leggere variazioni.

La prima associazione organizzata

Nel 1961, diverse federazioni della California del sud fondarono la “Southwest Combat Pistol League” (SCPL) per la regolare organizzazione di competizioni, dando vita così alla più antica associazione organizzata di tiro pratico al mondo.

Da 44 anni le armi non tacciono mai!

La confederazione mondiale fu istituita da 40 membri fondatori provenienti da ogni angolo del mondo, tra cui Ken Hackathorn, Ray Chapman, Dick Thomas e Raul Walters, in occasione della “International Combat Pistol Conference” del maggio 1976 a Columbia (Missouri).

Ma già negli anni immediatamente successivi, la federazione e i suoi protagonisti presero strade diverse. Mentre per la maggior parte dei tiratori ciò che contava erano i piazzamenti alle gare, i trofei e i premi, Jeff Cooper perseguiva altri obiettivi. Analizzava i costanti cambiamenti nelle tecniche di tiro, nelle statistiche dei percorsi e nelle dotazioni per poi verificarne l’applicabilità a realistiche condizioni di combattimento. Il suo collega Ray Chapman conquistò il primo campionato mondiale di IPSC nel 1975 in Svizzera, diventando il più grande mentore del tiro sportivo IPSC: per questo i suoi seguaci/alunni della “Ray Chapman Academy of Practical Shooting” di Columbia (Missouri) divennero noti come “Gamesmen”. L’integralista Jeff Cooper e i suoi seguaci della scuola di tiro “Gunsite” di Paulden (Arizona) vennero invece ribattezzati “martial artists”. Nel ranch della Gunsite si insegnavano in primo luogo tattiche di combattimento per eserciti, polizia, forze di sicurezza e civili autorizzati all’autodifesa.

Negli anni successivi, però, leggende del tiro sportivo statunitense quali Rob Leatham e Brian Enos misero a frutto anni di allenamenti, concetti innovativi e sofisticati sviluppi tecnici di armi e dotazioni da competizione e non solo trionfarono in gara, ma assunsero anche la guida della struttura federale dell’IPSC e dell’organizzazione in favore del tiro sportivo. I seguaci del tiro di difesa in condizioni realistiche (“Combat Shooting”) persero sempre più la propria egemonia, il che, tra le altre cose, avrebbe portato nel 1996 alla fondazione della “International Defensive Pistol Association” (IDPA). La fondazione della federazione era un modo per dimostrare ai critici di ambito politico e mediatico (alcuni dei quali incredibilmente incompetenti) che il tiro IPSC era diventato uno sport ad alte prestazioni e di alto valore tecnico, che non ha nulla a che fare con l’addestramento antiterrorismo o con la “guerra urbana”.

 

IPSC – Precisione, potenza e velocità

Parliamo dunque dei caratteri generali del moderno tiro sportivo dinamico IPSC proveniente dagli USA, che da oltre 30 anni è ufficialmente rappresentato e organizzato in Germania dalla Federazione tedesca di tiratori sportivi (Bund Deutscher Sportschützen 1975 e.V.). Il motto latino “Diligentia, vis, celeritas“ (precisione, potenza e velocità) rispecchia fedelmente i requisiti di un tiratore IPSC. Oltre a discipline quali “Action”, “Bianchi Cup” e “Steel Challenge” (e in una certa misura la PPC/1500), l’IPSC è l’unica disciplina di tiro sportivo in cui l’arma pronta al fuoco viene estratta dalla fondina al segnale di partenza. Dal momento che i tiratori si muovono in modo dinamico all’interno di un percorso con l’arma carica e con il tempo che scorre, la sicurezza ha la massima priorità. A testimonianza di questo, in Germania i potenziali interessati devono innanzitutto superare un test di sicurezza e conoscenza del regolamento (SuRT), con una parte teorica e una pratica, per poter esercitare questo sport. Inoltre, durante il match ogni concorrente viene accompagnato lungo il percorso da un giudice di gara (Range Officer; R.O.) che dà il segnale di partenza, si assicura che il concorrente maneggi l’arma in modo sicuro e rispetti le regole ed è responsabile - assieme ad altri addetti - della registrazione dei punteggi. I giudici di gara sono inoltre organizzati in una propria associazione (International Range Officers Association; IROA) per la formazione professionale, mentre i Range Officer tedeschi sono attivi anche nell’ambito del German Range Officer Institute (GROI).

Ma passiamo alla domanda centrale: cos’è il tiro IPSC?

In linea generale, non è difficile da spiegare: dopo il segnale di partenza - di solito il segnale acustico di un misuratore di tempo e numero di tiri (“timer”) - il tiratore deve svolgere un esercizio già noto. L’obiettivo è sempre di colpire diversi bersagli nel minimo tempo possibile totalizzando il massimo numero di punti. La precisione di tiro, ai fini della vittoria finale, ha più peso della velocità, che aumenta automaticamente con l’allenamento costante e l’esperienza di gara. Tirare a velocità fulminea senza centrare il bersaglio è spettacolare, ma purtroppo non porta punti! I punti totalizzati vengono divisi per il tempo trascorso dal segnale di partenza all’ultimo tiro.

Punti diviso tempo = hit factor

Il risultato della divisione dei punti per il tempo è il cosiddetto “hit factor”, che rappresenta il punteggio di ogni singolo esercizio (COF; Course of Fire, stage o percorso). Maggiore è l’hit factor, migliore il risultato. Il tiratore che raggiunge l’hit factor più alto riceve il 100% dei punti disponibili per l’esercizio. Tutti gli altri tiratori ricevono una quota percentuale corrispondente al loro hit factor. Come bersaglio si utilizza prevalentemente l’”IPSC Target”, un disco di cartoncino in versione standard e mini. I dischi sono suddivisi in zone “A” (Alpha), “C” (Charlie) e “D” (Delta) e valgono punteggi diversi a seconda della potenza del calibro utilizzato dal tiratore. Centrare il bersaglio “A” vale sempre 5 punti, mentre per i colpi periferici nelle zone “C” e “D”, a seconda delle munizioni impiegate e del fattore “Major” o “Minor”, sono in palio 4/3 punti o 2 punti/1 punto. Il fattore “major” o “minor”, che è alla base del punteggio, si calcola in base al peso e alla velocità del proiettile, determinati secondo la seguente formula:

Peso del proiettile (in grain) moltiplicato per velocità del proiettile (in feet per second) diviso per 1.000 = fattore

 

Dal momento che si calcola con unità di misura statunitensi, per agevolare la comprensione:

Un grain (gr) = 0,0648 grammi

dunque un grammo = 15,432 grain.

Un feet per second (fps) = 0,3048 metri al secondo (m/s)

dunque un m/s = 3,281 fps.

Durante la gara, a ogni partecipante viene assegnato un lotto iniziale di otto cartucce delle proprie munizioni. Al termine, in un apposito poligono di tiro di prova, viene scomposta una cartuccia, il proiettile viene pesato su una bilancia e la velocità di ulteriori tre cartucce misurata mediante un apposito misuratore per poterle suddividere tra il gruppo “Minor” e il gruppo “Major”. I fattori Minor/Major delle diverse divisioni di armi sono spiegati più in basso.

Stile di tiro libero

Le grandi competizioni sono oggi organizzate secondo un equilibrato rapporto di percorsi brevi (“short courses”) con un massimo di 12 colpi, percorsi medi (“medium courses”) con un massimo di 24 colpi e percorsi lunghi (“long courses”) con un massimo di 32 colpi. Oltre ai bersagli di cartone IPSC di dimensione standard e mini, utilizzati anche in versione tagliata/piegata e in strutture statiche e mobili come bersagli basculanti e da colpire in corsa, vengono colpiti anche bersagli scomparenti d’acciaio di diverse dimensioni (“IPSC Classic Popper” alto 85 cm e “IPSC Mini Popper” alto 56 cm) nonché bersagli d’acciaio tondi (del diametro di 20 o 30 cm) o quadrati (da 15x15 cm o 30x30 cm). Di norma i bersagli di cartone vengono colpiti sempre con due colpi, mentre per abbattere i bersagli d’acciaio basta un colpo; ma se si sospetta di aver mancato/colpito parzialmente il bersaglio, si può sempre ritentare.

Il fascino del tiro sportivo IPSC sta nel fatto che nei match ci si trova ad affrontare percorsi sempre diversi che richiedono svariate abilità. Nessun esercizio è uguale a un altro all’interno di una gara, e non c’è mai spazio per noiose routine. Inoltre, il tiro sportivo IPSC consente lo “stile libero”, dunque spesso sono possibili più soluzioni per portare a termine un percorso a seconda delle capacità di tiro individuali. Di conseguenza, con intelligenza e una scaltra pianificazione del percorso si possono scalare varie posizioni in classifica, il che dimostra come l’IPSC sia uno “sport mentale e dinamico”. I tiratori esperti sono in grado di “leggere” un percorso in pochi secondi e analizzarlo perfettamente già durante il giro di ricognizione (“walktrough”) del gruppo di tiratori (“squad”) prima del via ufficiale. Sanno precisamente quando e dove assumere quale posizione e come orientare il corpo verso i bersagli, in quale punto cambiare il caricatore e quali bersagli sono particolarmente complessi e richiedono pertanto la massima concentrazione in fase di scarica e controllo inquadratura.

La velocità non è una stregoneria

Affinché anche i profani possano comprendere meglio le performance di un buon tiratore IPSC: l’esercizio IPSC standard “El Presidente” prevede tre bersagli appesi alla stessa altezza e il tiratore deve colpire ogni sagoma con due colpi, eseguire un cambio di caricatore e colpire nuovamente ogni sagoma due volte. Ciò ammonta dunque a 12 colpi e un cambio di caricatore con un punteggio massimo di 60 punti. Colui che è attualmente il miglior tiratore IPSC del pianeta, il francese sette volte campione mondiale Eric Grauffel, ha eseguito l’esercizio a una distanza di 10 metri con la sua pistola Open Division in 3,48 secondi conseguendo il punteggio massimo!

La scelta delle armi

Attualmente l’ambito del tiro IPSC con armi a pugno comprende le seguenti classi di armi:

Open Division

È la “Serie Formula 1” delle classi di armi: pistole da gara particolarmente sofisticate e costose con grilletto Single Action, caricatori lunghi da 170 mm con capacità massima di 28 cartucce, mirini a punto luminoso e sistemi di compensazione. Non ci sono limitazioni in termini di peso del grilletto: la priorità va alla sicurezza e al funzionamento affidabile delle armi. Il Major Power Factor minimo è di 160, il Minor Power Factor di almeno 125. I valori minimi per calibro, lunghezza della camera e peso del proiettile sono di 9 mm, 19 mm e 120 grain, dunque si impiegano i tipici calibri 9 mm Luger (9x19), 9x21 IMI, .38 Super Auto, .38 Super Comp, .38 Super Rimless o 9x23 Winchester.

Standard Division

In questa classe trovano impiego prevalentemente pistole Single Action di calibro .40 Smith & Wesson con caricatore a due file, canna da 5“/127 mm e sistema di mira meccanico, che a vuoto deve stare con caricatore inserito, teso e protetto in una scatola lunga 225 mm, alta 150 mm e larga 45 mm. Come dimostra l’esperienza, però, anche con il calibro “Minor” 9 mm Luger, moderato nel comportamento di tiro, si possono vincere titoli. Anche qui non ci sono requisiti in termini di peso del grilletto. Il Major Power Factor minimo è di 170, il Minor Power Factor di almeno 125 punti. Il calibro minimo del fattore Major, vantaggioso ai fini del punteggio, è di 10 mm (.40“), dunque le cartucce sono tipicamente .40 S&W.

Classic Division

“Back to the roots!” (ritorno alle origini): in questa classe di armi corte IPSC, la Colt Government 1911-A1 è di casa in tutte le sue attuali versioni con caricatore a una fila, calcio di 5“/127 mm e sistema di mira meccanico. Questa “classica” ideata da John M. Browning è lo strumento privilegiato sin dai tempi della fondazione del tiro IPSC. Nessuna limitazione in termini di peso del grilletto. Il Major Power Factor minimo è di 170, il Minor Power Factor di almeno 125 punti. Il calibro minimo del fattore Major, vantaggioso ai fini del punteggio, è di 10 mm (.40“), dunque oltre alla 9 mm Luger si spara anche con la .40 S&W o .45 ACP. Anche per le pistole da Classic Division vale la regola della scatola già menzionata nella Standard Division.

Production Division

La classe che vanta più partecipanti è il regno delle tipiche “pistole di servizio” 9 mm Luger, quali Beretta 92 FS, CZ 75, Glock G17, Heckler & Koch SFP-9, SIG Sauer P226 o Walther PPQ con sistema di mira meccanico. Anche qui, però, il progresso tecnologico nei materiali non si ferma mai, dunque pesanti pistole da gara in tutto acciaio con dotazioni molto ricche come la CZ Shadow 2, la SIG Sauer X-Five Allround, la Phoenix Redback, la Tanfoglio Stock III Xtreme o la Walther Q5 Steel Frame non si possono esattamente definire “pistole di servizio”. Qui non c’è la tipica suddivisione tra calibro Major/Minor e relativo fattore: c’è solo un Minor Power Factor da 125, che si può raggiungere con le comuni munizioni 9 mm Luger con canna di lunghezza convenzionale. Sono previsti un peso del cavalletto minimo di 1.360 grammi (3 lbs) e una lunghezza massima della canna di 5“/127 mm. Il peso del cavalletto, in conformità al regolamento internazionale, è stato da tempo ridotto nell’ambito dell’introduzione di prova delle nuove classi di armi Production Optics e Production Optics da 2.270 grammi (5 lbs) a 1360 grammi (3 lbs). Indipendentemente dalla capacità del caricamento possono essere caricate solo 15 cartucce, ma sono ammesse piccole differenze. Tutte le armi ammesse sono indicate nella sempre aggiornata “IPSC Production Division List” (vedi: www.ipsc.org).

Revolver Division

Altrettanto chiaro è il campo di partenza della Revolver Division, dove i tiratori ricaricano il proprio revolver a velocità mozzafiato con clip o speedloader. La IPSC Revolver Division è decisamente il regno del tradizionale produttore statunitense Smith & Wesson, i cui revolver beneficiano dell’equilibrato rapporto qualità/prezzo e di un buon grilletto a doppia azione di fabbrica: per questo prodotto sono disponibili innumerevoli componenti di tuning, accessori e altre dotazioni. Major: 170, Minor: 125 punti fattore. Anche qui si impiegano spesso revolver nei calibri 9 mm Luger e .45 ACP, che possono essere dotati di nuove cartucce in modo particolarmente rapido con clip in lamiera a mezzaluna o a luna completa. Sono consentiti solo sistemi di mira meccanici e non ci sono limiti alla capacità del tamburo, ma ad ogni ricarica possono essere sparati al massimo sei colpi.

Production Optics Division

In ossequio alle tendenze internazionali del mondo delle armi, alla 42ª assemblea generale IPSC nel settembre 2018 sono state introdotte le nuove classi di pistole Production Optics e Production Optics Light, per ora in prova fino alla fine del 2021. Si può però presumere che almeno la Production Optics Division entrerà permanentemente tra le classi fisse previste dal regolamento. In queste nuove classi di armi, già nel 2018 (solo Production Optics), nel 2019 e nel 2020 si sono tenuti i campionati tedeschi. Nella Production Optics si utilizzano le pistole “IPSC Production Division List” ammesse; l’unica differenza è che non hanno un sistema di mira meccanico, bensì mirino con mini-punto luminoso sul lato superiore dell’otturatore. Il “Mini Red Dot Sight” (MRDS) può essere montato tramite un adattatore per il mirino di fabbrica, tramite interfacce come nei modelli Glock M.O.S. nonché le versioni “Optical Ready” (OR) della CZ Shadow 2 o della Walther Q5 Steel Frame o, in base alle ultime modifiche al regolamento, anche tramite la fresatura di un relativo incavo nel carrello. Dati di produzione tipici: Calibro 9 mm Luger, lunghezza della canna 5“/127 mm, minimo peso del grilletto 1.360 grammi.

Production Optics Light Division

L’ulteriore suddivisione in “Production Optics” e “Production Optics Light” è lo spirito dell’uguaglianza delle condizioni competitive. Una pesante pistola d’acciaio come - ad esempio - la CZ Shadow 2, infatti, in virtù dell’elevato peso proprio e del conseguente basso rinculo e rilevamento, è nettamente più controllabile rispetto a una leggera pistola polimerica come la Glock G17. L’unica differenza tra le divisioni Optics è il limite di peso nella variante Light, in cui l’arma con mirino a punto luminoso e caricatore vuoto non può pesare più di 1.000 grammi, una classe che dunque si rivolge essenzialmente ai fan delle pistole polimeriche. Ecco alcuni dati chiave anche per questa divisione: Calibro 9 mm Luger, lunghezza della canna 5“/127 mm, minimo peso del grilletto 1.360 grammi.

Piccolo calibro classe aperta

Riscuote sempre più successo anche il tiro sportivo IPSC con pistole di piccolo calibro per cartucce a percussione anulare .22 Long Rifle: queste armi a basso rinculo e basso consumo di munizioni, infatti, sono ideali per l’addestramento e lo sviluppo dei giovani (entro i limiti previsti per legge). Queste pregiate pistole di piccolo o grosso calibro con sistema di conversione KK e mirino a punto luminoso devono avere un peso minimo del grilletto di 908 grammi. La capacità massima del caricatore è di 10 cartucce. Si possono utilizzare munizioni .22 Long Rifle in versione standard o ad alta velocità (High Velocity).

Piccolo calibro classe standard

Nella classe standard per armi con sistema di mira meccanico valgono le stesse regole, inoltre il peso massimo dell’arma è di 1.400 grammi e la lunghezza della linea di mira non può superare i 220 mm.

Spalle forti per sostenere l’arma

Rispetto allo sport IPSC con armi corte, il tiro dinamico con fucile è relativamente nuovo in Germania. Alla luce delle proprietà di maneggiamento totalmente diverse di queste armi lunghe, gli interessati sono tenuti a superare uno specifico test di sicurezza e conoscenza del regolamento. I principi di base spiegati per il tiro IPSC naturalmente non cambiano, ma a cambiare sono spesso le distanze dei bersagli (in particolare per i fucili IPSC) e il disegno dei percorsi: nel fucile IPSC, ad esempio, trovano impiego come bersagli anche piattelli statici e volanti. Il tiro dinamico con il fucile (IPSC Rifle) comprende al momento le seguenti classi di armi:

Fucile semiautomatico classe aperta (Semi-Auto Open)

Le divisioni “Semi-Auto Open” (con ottica) e “Semi-Auto Standard” (con sistema di mira meccanico) sono le classi più gettonate nel tiro dinamico con il fucile. Dominano palesemente i fucili semiautomatici di tipologia AR-15 nel calibro a basso rinculo .223 Remington, poiché per gli innumerevoli modelli di struttura modulare e a cambio rapido costruiti sulla base del classico di Eugene Stoner si è generata un’enorme industria di tuning. In tutte e quattro le classi a innesco centrale sono ammessi calibri da 5,45 mm a 8 mm. Sono previsti 320 punti fattore come “Major” e 150 punti fattore come “Minor”. I fucili da match della Semi-Auto Open Division possono essere muniti di ottiche (spesso combinazioni di cannocchiale da puntamento come ottica primaria e mirino a punto luminoso come ottica secondaria per tiri rapidi da distanza ravvicinata), compensatori e bipod.

Fucile semiautomatico classe standard (Semi-Auto Standard)

Nella Semi-Auto Standard Division si spara esclusivamente con sistema di mira meccanico, che da lunghe distanze - ad esempio 300 metri - richiede notevoli abilità da parte del tiratore. Anche qui sono ammessi compensatori per ridurre l’alzo della canna, limitati però a dimensioni di 26x90 mm. In Germania la capacità massima del caricatore per le divisioni di fucili IPSC è sempre di 10 cartucce.

Fucile a ripetizione classe aperta (Manual Action Open)

Rispetto alle classi con fucile semiautomatico, i numeri dei partecipanti nelle due classi con fucile a ripetizione sono contenuti. Un fucile con classica chiusura a scorrimento per la classe aperta può essere munito di ottiche e compensatore, nonché di un bipod.

Fucile a ripetizione classe standard (Manual Action Standard)

Nei fucili con chiusura a scorrimento e sistema di mira meccanico, la capacità massima del caricatore è di appena 5 cartucce. Non sono ammessi freni di bocca né bipod. La divisione “Manual Action Standard 10” con capacità del caricatore di 10 cartucce è in fase di prova e, se non sarà rinnovata, sarà eliminata il 31.12.2017.

Fucile semiautomatico di piccolo calibro con sistema di mira ottico (Mini Rifle Open)

Come per le corte, anche per le armi lunghe con le divisioni “Mini Rifle” esiste il tiro dinamico con piccoli calibri e innesco anulare .22 Long Rifle. Nelle classi aperte i fucili possono essere dotati di ottiche, compensatore e bipod.

Fucile semiautomatico di piccolo calibro con sistema di mira meccanico (Mini Rifle Standard)

L’uso di “tacca e punto” garantisce che in questa classe ci si contenda con grande sportività. Anche nelle discipline “Mini Rifle” la capacità massima del caricatore è di 10 cartucce.

Pistola con calcio e sistema di mira ottico

Anche se la confederazione mondiale sottopone le due classi di armi di cui sopra al regolamento relativo ai fucili, sono previste estensioni di impiego per i tiratori con pistola IPSC Production, che inseriscono le proprie pistole di servizio 9x19 in un moderno telaio per poi utilizzarle come arma lunga sparando dalla spalla. Tra questi sistemi di conversione in carabina con alloggiamento in plastica o metallo leggero e calciolo ci sono ad esempio CAA Roni, FAB Defense KPOS e HERA Arms Triarii. È previsto solo un fattore Minor di 150 punti fattore. Nella classe aperta sono ammesse ottiche, compensatori, fori di scarico del gas e bipod.

Pistola con calcio e sistema di mira meccanico

Qui trovano impiego le stesse armi con sistema di mira aperto, ma dotazioni quali compensatori, fori di scarico del gas e bipod non sono ammessi. Nelle due discipline con pistola con calcio e sistema di mira ottico/meccanico sono ammesse solo pistole con otturatore originale e impugnatura. La canna non può essere più corta di 4“ (102 mm) né più lunga di 6“ (152 mm). I kit di conversione di marca Mech Tech, Wilson, Stenger e Norlite non sono ammessi in alcuna delle discipline con calcio. Vengono considerate essere armi lunghe e rientrano dunque nella classe di armi “IPSC Rifle 1500 Joule” o “Pistol Caliber Carbine” (PCC).

Pistol Caliber Carbine

Quello che in Germania viene ancora chiamato “IPSC Rifle 1500 Joule” è noto a livello internazionale come Pistol Caliber Carbine (PCC) ed acquisisce sempre più notorietà. I migliori utilizzano generalmente carabine 9 mm Luger con chiusura labile sulla base della AR-15. Produttori tedeschi come HERA Arms, Oberland Arms e Schmeisser hanno simili modelli nel proprio assortimento, ma ovviamente anche i produttori statunitensi pescano a piene mani da questo segmento di mercato. Ci sono anche armi altamente specialistiche quali le carabine fabbricate dall’americana Quarter Ten Circle. Vige un fattore Minor delle munizioni di 125, un peso minimo del proiettile 9 mm di 115 grain e una velocità massima di 500 m/s. Per il 2021 era previsto che si tenesse il campionato mondiale di tiro IPSC con fucili in calibro da pistola (PCC; Pistol Caliber Carbine) nel noto teatro della Universal Shooting Academy di Frank Garcia a Frostproof (Florida, USA). A causa della pandemia di Coronavirus, la manifestazione è stata rimandata al 2022 a data e luogo da destinarsi.

Tiro flessibile con il fucile

Nel settore del tiro dinamico IPSC con armi lunghe ci si può dedicare non solo al fucile con canna rigata e “tiro al punto”, ma anche al fucile con canna liscia e “tiro a dispersione”. In termini di munizioni impiegabili il fucile è estremamente versatile: può essere caricato con munizioni a pallini, birdshot e buckshot di grana diversa nonché slugs (cartucce dotate di contenitore). Nei fucili a ripetizione e semiautomatici con caricatore tubolare, una ricarica rapida è decisiva. È impressionante osservare quanto fluidamente i tiratori estraggono diverse cartucce a una mano durante il percorso sostituendole con munizioni nuove.

Fucile classe aperta (Shotgun Open Division)

In linea generale, nel fucile IPSC la soglia minima è di un calibro .20 e munizioni da 480 punti fattore. Le munizioni con pallini di piombo sono consentite se compatibili con le condizioni ambientali locali. È possibile impiegare anche pallini di bismuto, mentre i pallini di tungsteno e d’acciaio sono ammessi solo per bersagli di cartone, sintetici e frangibili. Nella classe aperta regnano i fucili semiautomatici da 12/70 e 12/76 con caricatori scatolati o tubolari, dotati di mirino a punto luminoso e compensatore. Non possono superare una lunghezza di 1.320 mm. Sono ammessi anche caricatori rotanti e/o di altro tipo nonché pesi e altri componenti esterni per ridurre il rinculo.

Fucile classe modificata (Shotgun Modified Division)

Questa divisione è il regno dei fucili semiautomatici con caricatori tubolari sovradimensionati (i caricatori scatolati sono vietati), compensatori e sistemi di mira meccanici. Come i fucili della classe aperta, non possono essere più lunghi di 1.320 mm. Mentre nella classe aperta quasi tutto è ammesso, il complesso regolamento prevede disposizioni precise per la tecnologia delle armi. Anche nei “fucili modificati” possono essere apportate modifiche o integrazioni alla cucchiaia del tubo del caricatore per agevolare la ricarica. Queste modifiche o integrazioni, però, non possono superare la lunghezza di 75 mm né sporgere di più di 32 mm in ogni direzione del telaio standard del fucile.

Fucile classe standard (Shotgun Standard Division)

“elle due classi di fucile “Shotgun Standard” e “Shotgun Manual” uno dei requisiti è che si utilizzino modelli di serie prodotti in almeno 500 esemplari. Nei fucili semiautomatici con caricatore tubolare utilizzati in larga misura nella Shotgun Standard Division può essere presente anche un freno di bocca. Per quanto riguarda il sistema di chiusura, nelle classi “Open”, “Modified” e “Standard” non ci sono particolari requisiti, dunque ci si può ingegnare anche con il fucile a ripetizione, ma in tal caso si parte in una posizione di svantaggio rispetto ai tiratori con fucile semiautomatico.

Fucile classe manuale (Shotgun Manual Division)

Se nella classe aperta dominano i fucili semiautomatici con caricatori scatolati a rapida sostituzione (Molot Vepr, Franchi SPAS 15) e nella classe Modified e standard soprattutto i fucili semiautomatici con caricatori tubolari di Benelli, la “Shotgun Manual Division” è il regno dei classici fucili a pompa a ripetizione (Pump Action Shotguns) tipo Mossberg 500, Remington 870 o Winchester 1300. Per divertimento, però, si può partecipare anche con un fucile a canna basculante la cui coppia di canne contiene due cartucce. Se a livello internazionale vigono altre regole, a livello nazionale in tutte le classi di fucile i caricatori sono limitati a una capacità massima di 10 cartucce.

Munizioni per vincenti

GECO, fornitore di munizioni ufficiale di molte importanti manifestazioni IPSC nonché di campionati europei e mondiali, si impegna al di là dell’offerta specialistica di munizioni nel mondo del tiro dinamico sportivo e sostiene generosamente cinque top-shooter IPSC di due Paesi. Tra l’altro è main sponsor del prestigioso campionato tedesco IPSC Level III “GECO Masters”. La competenza e la conoscenza pratica di GECO sono dimostrate dal fatto che Csaba Szászi non è solo uno dei migliori tiratori IPSC, ma anche uno dei punti di riferimento del poligono di tiro RUAG Ammotec nella sua Ungheria. Csaba lavora per il produttore di munizioni ungherese MFS dal 1995 ed è rimasto fedele all’azienda anche dopo l’acquisizione da parte di RUAG Ammotec. In qualità di tiratore agonistico attivo può analizzare svariati match anche per motivi di lavoro e capire quali tipi di munizioni sono più affidabili e precisi a parità di condizioni.

Pericolo di contagio

Il voluminoso regolamento attualmente vigente in Germania per l’IPSC con armi corte, carabine e fucili può essere scaricato in modo semplice e comodo su: www.bdsnet.de in formato PDF. Dal momento che il tiro IPSC è uno sport internazionale, tutti i commando di gara si tengono in inglese. Ma non c’è motivo di farsi prendere dall’ansia da prestazione: si metabolizzano in modo rapido e semplice. I tiratori IPSC sono gente comunicativa e prodiga di informazioni, dunque potete semplicemente visitare una gara e vedrete soddisfatte tutte le vostre curiosità. Rimarrete sorpresi di quanto velocemente stringerete nuovi contatti e di quante cose scoprirete! Ma attenzione: il tiro sportivo IPSC è un virus ad elevatissimo rischio di contagio. Una volta contagiati, spesso si rimane “infetti” per tutta la vita.

 

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